Addio alla Signora della Moda, Laura Biagiotti
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Una vita fatta di stile, arte, passione-
Non “sfilerà” più per noi, al termine delle sue magnifiche passarelle, la “Regina del cashmere”, la “Signora del bianco” come è stata definita Laura Biagiotti.
Questi appellativi, anche se giusti, a me sembrano un po’ riduttivi. Laura Biagiotti era semplicemente una Signora: signora innanzitutto nell’animo, nella vita e nel lavoro. Amava il cashmere, che usava per tantissime sue creazioni; amava il bianco, che lei interpretava non come il contrario del nero ma come il più affascinante “non colore”, tanto che di bianco era vestita quasi sempre. Era una donna colta, laureata in archeologia cristiana, raffinata, sensibile e molto profonda.
Le sue sfilate le immaginava e le realizzava come spettacoli teatrali, con gli abiti come protagonisti. Da vera mecenate, ha restaurato importanti opere dell’arte e della cultura italiana. Infatti, aveva creato un sodalizio con il Piccolo Teatro Studio di Roma, dove da quasi venti anni presentava le sue collezioni.
Figlia e madre d’arte, è partita dall’atelier in via Salaria della madre Delia ed è arrivata a conquistare il mondo con la figlia Lavinia. Ha conquistato anche me. Ho avuto il piacere di conoscerla in una soffocante serata di fine estate a Firenze, dove mi ero recata per consegnarle un premio che avevo ritirato io al suo posto, datole per una sfilata a Montecatini Terme; una sfilata di moda di Laura Biagiotti Dolls, ed in quell’occasione i miei bimbi gemelli avevano sfilato, indossando appunto i capi della grande stilista. Ho visto in lei una donna calma, tranquilla, con un sorriso appena accennato, con grandi occhi buoni che, con molta gentilezza e garbo, mi ha accolta.
Era vestita di bianco, di quel “Bianco Biagiotti” che lei stessa definiva “Luce Mediterranea”. Mi ha incantata e mi ha dimostrato cosa significa essere semplicemente eleganti, come se l’eleganza fosse una serena e quieta fiducia intima. Gli abiti che disegnava li voleva morbidi come una carezza, per coccolare un po’ le donne, donne che in un mondo così complicato ne hanno proprio bisogno. Infatti Laura Biagiotti, parlando delle sue creazioni, ha detto: “ Non è alla perfezione che aspiro, né penso debbano farlo le donne. Dobbiamo invece abituarci alle contraddizioni; il dualismo del sé è tipicamente femminile.”
E’ stata la prima italiana a sfilare in Cina nel 1988. Con il suo grande intuito aveva capito che dopo decenni di rigore maoista, anche nel vestire si sarebbe avuta una rivoluzione. Gli uomini e le donne di quel paese avrebbero scoperto il piacere del vestirsi secondo il gusto individuale e che il made in Italy avrebbe avuto un ruolo fondamentale. Il suo rapporto con l’Oriente era molto intenso, si sentiva molto legata al Celeste Impero di cui aveva conosciuto anche l’Ultimo Imperatore ma soprattutto, si sentiva legata alla più grande comunità di donne del pianeta. Donne alle quali era stato negato per tanti anni il piacere di sentirsi veramente donna, elegante ed ammirata. Ha detto che ricorderà per sempre il sorriso enigmatico delle trenta splendide modelle cinesi eleganti e flessuose che sfilarono con i suoi abiti; e i reportage di moda a piazza Tien Ammen sotto il ritratto di Mao, lei che aveva sognato la Cina dopo aver letto "Il Milione" di Marco Polo.
E’ stata anche la prima che ha fatto risuonare la Piazza Rossa, non solo dei rintocchi della Campana Grande della Torre Spasskaya , ma dei passi delle sue bellissime modelle russe. In quell’occasione la moda è riuscita ad infrangere il muro dei sogni e dei desideri insoddisfatti delle donne russe e li ha tramutati in realtà. La sua sfilata-spettacolo nel Teatro de Cremlino è riuscita a penetrare nel cuore delle russe che hanno scoperto una gran voglia di apparire, di cambiare immagine e guardaroba. Anche in questa occasione Laura Biagiotti non solo è stata ambasciatrice della moda, ma ha fatto sì che la moda ancora una volta diventasse uno straordinario mezzo di comunicazione.
Altro legame, veramente profondo, la nostra stilista l’ha avuto con l’arte, che amava immensamente, tanto da farne fonte di ogni collezione , non solo di abiti. Anche il suo ultimo profumo “Roma Passione” è un piccolo capolavoro d’arte e di gusto . Il prezioso flacone riproduce le scanalature delle colonne romane colorate di un magnifico rosso, simbolo della passione e dell’amore, in cui rivela ancora una volta la sua passione per Roma e per l’Arte.
Addio dunque a questa donna straordinaria , a questa stilista-imprenditrice, una vera futurista che osservava la società ed i suoi cambiamenti, li abbracciava, rimanendo nel contempo attaccata alle sue radici, in cui convivevano l’amore per l’artigianalità, il rispetto per la natura, il patrimonio artistico e culturale. Addio a Laura Biagiotti, volata via in un soffio ma che come dice in un twitter Lavinia, la sua adorata figlia: “ Grazie di tutto! Per sempre noi”, rendendo così il loro legame immortale. Lei è stata ciò che nessun altro è stato … elegante com’era nel pensare, nel vivere oltreché nel lavorare. Per sempre Laura.
Rosanna Palumbo
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