Di particolare bellezza, eleganza e raffinatezza è la volta della Cripta interamente stuccata e affrescata con scene dell’infanzia e della vita pubblica di Gesù ( 1611 ). Essa fu realizzata da Belisario Corenzio, pittore tardo-manierista.
Entrando in questo luogo, pieno di fascino in cui è tangibile la sua importanza storico-sacrale, sul lato orientale si può osservare l’abside centrale in cui si collocano le tre statue in bronzo dei Martiri salernitani
Fortunato, Gaio ed Ante, realizzati dallo scultore Gian Domenico Vinaccia nel 1680. In esso vi sono anche gli affreschi della vita dei martiri e del primo vescovo di Salerno, San Grammazio.
Nelle lunette createsi tra le pareti laterali e l’innesto delle volte,posizionate in esatta simmetria, ritroviamo, da una parte, la rappresentazione di Salerno vista dal mare con con l’assedio della città da parte di Ariodeno Barbarossa ( Giugno 1544 ) e, dall’altra parte, la sua liberazione.
I due affreschi realizzati entrambi all’inizio del XVII secolo sono di Belisario Corenzio e suscitano grande curiosità soprattutto per i particolari geografici ed urbanistici che caratterizzano il Capoluogo. Il più interessante sembra essere l’affresco di sinistra con l’episodio della tempesta che travolge la flotta turca di Ariodeno Barbarossa. La vista della città è a volo d’uccello da occidente. E’ ben evidenziata tutta la cinta difensiva che dal castello giunge fino al bastione dell’Annunziata muovendosi poi parallelamente alla linea della spiaggia con le mura interrotte dalla porta di Mare al centro e da un bastione centrale per poi raggiungere l’area orientale dove si scorgono le baracche della fiera. L’affresco fu realizzato poichè legato a una famosa leggenda nota come quella del Santo Protettore alla quale si legava la Festa del Barbarossa, che si teneva ogni anno il 27 Giugno sia a Salerno che ad Amalfi. Durante la festa si portavano in processione le reliquie del Santo Patrono. Questo avvenimento ha poi ispirato lo stemma del Comune di Salerno nel quale si raffigura San Matteo che reca nella mano sinistra il vangelo e con la destra benedice.
Lo stemma fu riconosciuto dalla Consulta Araldica del Regno nel 1938. Ma, ritornando all’avvenimento rappresentato nelle due lunette , si ricorda che il 27 Giugno del 1544 apparvero nel Golfo di Salerno le navi del turco Ariodeno Barbarossa , in arabo “ Khair-Ad-Din ” ( che tradotto vuol dire il bene della fede ), nato a Mitilene città dell’Impero Turco, oggi greca, e temuto da molti a causa delle sue ardimentose imprese tali da far stipulare addirittura un patto di non belligeranza con l’ammiraglio genovese Andrea Doria. Il giorno in cui la flotta del Barbarossa stava per assediare la Città di Salerno e la Costiera Amalfitana era molto limpido e senza vento : intanto l’imminente saccheggio allarmò le città di Amalfi e Salerno dove gli abitanti cercarono riparo lontano dai luoghi urbani.
Fotografie a cura dell'Architetto Daniele Magliano.
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