24 maggio 1999: Salerno non dimentica la Strage della Galleria Santa Lucia
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Quattro vittime giovanissime -di Claudia Izzo-
Salerno non dimentica quella che è stata una delle pagine più tristi della storia della città: il 24 maggio di 19 anni fa, Salerno ha perrso quattro suoi giovanissimi figli.
Facciamo un passo indietro, era il 24 maggio 1999, un treno con 1500 tifosi salernitani era di ritorno da Piacenza dove si era disputata la partita Piacenza -Salernitana, incontro che aveva visto la squadra campana retrocedere in serie B. A Piacenza si erano riuniti circa 10000 tifosi, spinti dalla fede calcistica, per un momento che avrebbe dovuto significare, come sempre, condivisione di una passione sportiva e niente altro.
Ma così non è stato. I disordini da parte dei tifosi, agitati per la retrocessione della squadra del cuore, sono iniziati già tra tifoseria e calciatori per cui dovettero intervenire le Forze dell'Ordine che condussero 1500 tifosi della Salernitana fuori dallo Stadio Garilli, fino alla stazione di Piacenza, dove era pronto il treno 1681 per Salerno. Il treno partì soltanto alle ore 23.00 per il sovraffollamento all'interno della vettura. A Bologna e a Roma furono effettuate due fermate perchè qualche tifoso tirò il freno a mano. Prima della stazione di Salerno, precisamente a Nocera, dopo aver tirato il freno, i tifosi sarebbero scesi dal convoglio, per dar vita a scontri con gli storici nemici della Nocerina. Ed ancora, secondo le ricostruzioni di allora, i tifosi avrebbero lanciato pietre contro un treno fermo, divelto sedili, rotto vetri all'interno del convoglio. Scene di follia in un treno che transitava fuori da ogni controllo.
Il treno sarebbe poi ripartito per ritrovarsi fagocitato dalle fiamme nel tratto della galleria Santa Lucia, che collega Nocera Inferiore con Salerno. Cosa accadde in quella galleria della lunghezza di dieci chilometri? Secondo una tesi, i tifosi stessi avrebbero dato alle fiamme la quinta carrozza del convoglio speciale, per non essere riconosciuti dalle Forze dell'Ordine, all'arrivo a Salerno, come responsabili dei danni provocati. Molti tifosi, intossicati dall'ossido di carbonio si lanciarono fuori dal convoglio. Il treno arrivò a Salerno alle ore 8.00 del 24 maggio sul terzo binario con tre carrozze in fiamme. Uscì dalla galleria Santa Lucia ed i parenti giunti per accompagnare a casa i loro figli,si trovarono innanzi ad una immagine apocalittica.
A perdere la vita furono i cuginetti Vincenzo Lioi, di 15 anni; Ciro Alfieri, 17 anni; Guiseppe Diodato di 23anni ed il 21enne Simone Vitale, ex Vigile del Fuoco, giocatore della squadra di pallanuoto RariNantes Salerno e figlio del giornalista Giovanni Vitale, corrispondente da Salerno per la Gazzetta dello Sport.
Furono riscontrati 22 focolai nel convoglio.La Corte di Assise del Tribunale di Salerno emise la sentenza: ritenuti responsansabili per i reati di omicidio colposo e disastro furono quattro ragazzi di cui due minorenni; gli altri due, Raffaele Grillo, all'epoca apppena diciottenne e disoccupato e Massimo Iannone, calzolaio, residenti nel quartiere Pastena, furono condannati a 8 e 6 anni e sei mesi di reclusione. Raffaele Grillo ha scontato quasi cinque anni ed è tornato in libertà. Diverse poi le vicende giudiziarie legate al mondo della droga che nel tempo ha visto protagonisti i due responsabili del rogo. Pena sospesa per Francesco Fiammenghi 23 anni, accusato di "danneggiamenti"e condannato ad 8 mesi di reclusione, assoluzione per Bianca Sammarco, funzionario di turno delle FS accusata di disastro colposo e per Tommaso Campanella, ispettore Polfer che alla stazione di Nocera fece proseguire il treno verso Salerno, nonostante le agitazioni al suo interno.Ma nulla potrà mai riportare indietro i quattro "angeli della curva", quattro figli di questa Salerno addolorata da un ventennio.
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