E’ il 1987 quando iniziano a suonare nelle tourné di Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, in giro per l’Italia, entrando a far parte del gruppo musicale supporter; Claudio è alle percussioni ed ai cori, Diana alle tastiere, oltre che corista. Formano il duo “Note mediterranee” e si esibiscono per i festeggiamenti dei 78 anni del M° Roberto Murolo. Portano poi all’estero il meglio della canzone italiana e nel 1998 affiancano al vasto repertorio il classico napoletano Sono ospiti del Maurizio Costanzo Show e di altre trasmissioni di Costanzo, presenti a “La vita in diretta”, Tg2 Costume e Società, in programmi su Rai1, Rai2, La7; tante le collaborazioni importanti con artisti del calibro di Joe Amoruso e Tony Esposito pianista e percussionista di Pino Daniele. Iniziano cd e videoclips, fino a giungere al trentennale di attività…
Stasera l'evento sarà condotto da Marzia Roncacci, presentatrice RAI e sarà un mix di emozioni, ricordi, progetti, un modo per rendere omaggio alla tanto amata canzone napoletana, quella scritta da abili mani e dettata da cuori ricchi di poesia: Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio, Raffaele Sacco, passando per Gabriele D’Annunzio autore dei versi di “A vucchella”, fino a Roberto Murolo e Carosone, Domenico Modugno con “Tu si ‘na cosa grande”.
A condurre per mano il pubblico nel mondo di Diana e Claudio sarà il giornalista Luigi Coppola che presenterà il suo ultimo lavoro, la biografia di Claudio e Diana dal titolo “ Ultimi Romantici”.
Ma facciamo un passo indietro.
Decido di incontrare Diana e Claudio ad un caffè. Sono entrambi di Salerno si sono conosciuti da ragazzi e, come nelle più belle favole, insieme hanno iniziato un percorso professionale, tenendosi per mano, senza creare mai ombra all’altro. Ad accogliermi è prima di tutto il grande sorriso di Diana ed il suo sguardo molto espressivo. Diana è cresciuta in via Pinto, suona da quando aveva sei anni e canta praticamente da sempre, dedicandosi anche al canto lirico. “La musica ed io siamo un tutt’uno, qualcosa di imprescindibile”, sussurra sorridendo. Claudio, che ha vissuto nel centro storico, suonava all’oratorio della Chiesa del Crocifisso, appassionato di percussioni. “Ricordo ancora la sua prima batteria acquistata a Napoli con le cambiali”, racconta Diana. “Sono iniziate così le serate nei locali salernitani dell’epoca.” Diana ricorda con commozione quei periodi intessuti di speranze.
Chiedo loro quale sia i segreto del loro successo dopo 34 anni di vita insieme. “Come nella musica”, afferma Claudio “è necessaria l’armonia, è la chiave di tutto".
Il loro prossimo progetto? “Continuare a fare ciò che stiamo facendo” risponde Diana, “e che amiamo fare, cantare”.
Parlare con Diana e Claudio significa intessere discorsi ricchi di valori, dove le parole rispetto e determinazione sono di casa. Se la passione muove il mondo, il loro è un messaggio alle nuove leve che sa di incoraggiamento, a non mollare, nonostante le inevitabili difficoltà, ed in un mondo di piazze virtuali e conoscenze in chat, la posteggia napoletana diviene un mezzo per cantare l’amore, le tradizioni, i sogni. Ancora.
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