domenica 3 marzo 2019

I Murales di via Vinciprova: La storia di Salerno in un parcheggio

I Murales di via Vinciprova: La storia di Salerno in un parcheggio http://www.salernonews24.com/cultura-urbana/i-murales-di-via-vinciprova-la-storia-di-salerno-in-un-parcheggio/ Non più di 4 anni fa furono inaugurati, nel  Vicus Amalphitanorum, antico borgo legato all’attività della pesca,  al commercio marittimo, alla lavorazione della farina e all’esportazione del legname, i  “Muri d’Autore”, iniziativa voluta  dalla Fondazione Alfonso Gatto  con il fine ultimo di riqualificare la zona delle Fornelle mediante  la realizzazione sulle facciate dei palazzi,  dei vicoli e delle arcate, di opere di  writers italiani ed internazionali. Con un notevole riscontro da parte non solo della cittadinanza, i murales sono ancora attualmente meta di turisti attratti dall’originale realizzazione artistica che si fonda sulla cultura Hip-hop. Sulla scia di tali realizzazioni artistiche, sono in fase di completamento dei nuovi murales in un’area, al momento, priva di elementi urbani che possano caratterizzarla: via Vinciprova e i  suoi nuovi parcheggi. L’iniziativa è voluta sempre dalla Fondazione Alfonso Gatto e in collaborazione con Salerno Mobilità. La musa ispiratrice che lega le tematiche delle varie opere  presenti attorno il parcheggio è la città di Salerno e la sua storia. A nord del parcheggio spicca una prima opera, un viso dal forte impatto espressivo: Trotula De Ruggiero, la prima donna medico che visse intorno all’XI secolo appartenente alla famosa Scuola Medica Salernitana. Definita anche come semplice “Mulieres Salernitanae”, approfondì studi riguardanti la ginecologia e l’ostetricia, divenendo senza dubbio,  punto di riferimento per la grande Scuola Medica la quale, grazie all’opera della donna, ebbe  modo di farsi conoscere in tutto il mediterraneo e il Continente europeo. L’opera è dell’artista napoletano Jorit Agoch, definito anche il pittore dei grandi volti. Ricordiamo tra i più celebri quello di Maradona a San Giovanni a Teduccio su  parete di una casa popolare e il celebre murales che raffigura San Gennaro realizzato nei pressi di Via Duomo a Napoli. Di caravaggesca ispirazione, l’artista  ritrae volti di santi e personaggi celebri, raffigurandoli col volto di persone da lui stesso conosciute.  Non lontano dalla raffigurazione di Trotula, ci sorprende una ulteriore rapresentazione della storia salernitana: il ritrovamento della testa di Apollo. Recuperata da alcuni pescatori nel Golfo di Salerno nel Dicembre del 1930, essa risale molto probabilmente al I secolo a.c., all’età tardo ellenistica. Recuperata e sistemata nel Museo Archeologico Proviciale di Salerno, l’opera è il fulcro dell’edificio ma anche un elemento fortemente iconico per la storia della città di Salerno. Persino il poeta Giuseppe Ungaretti, in  visita al Museo di Salerno, fu talmente  colpito dalla bellezza di tale opera bronzea alla quale volle dedicare una prosa poetica dal titolo “La pesca miracolosa”. Tale pesca è rappresentata sul lungo e interessante murales, sul lato est del parcheggio, realizzato dal giovane artista sardo Andrea Casciu che, con ipnotici giochi di autoritratto, manifesta la sua volontà artistica d’immedesimazione con i personaggi ritratti. Nell’area a sud ovest, ritroviamo, poi,  una ulteriore opera dedicata al “Regimen sanitatis salernitanum”, voluta dall’artista salernitano Green Pino. L’artista traduce in “forma d’arte su strada” il famoso  libro risalente al XIII secolo (anche se alcuni studiosi ritengono che sia in realtà  dell’XI secolo) di cui resta a tutt’oggi sconosciuto l’autore mentre la sua prima pubblicazione risale alla fine del XV secolo. Il Regimen che tradotto vuol dire “Regola sanitaria salernitana” è un trattato di medicina in versi latini, apprezzato e divulgato in tutta Europa. L’area di Via Vinciprova diventa così il teatro di rappresentazione, grazie ai suoi murales che sono quasi completati, della storia del Capoluogo attraverso forme d’arte di strada in cui la creatività si esplica sul tessuto urbano, migliorandolo con un linguaggio che apre la città a un vero respiro culturale europeo e internazionale.

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