Il 25 Aprile a Salerno: i luoghi della Resistenza
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Una pagina di Storia- di Claudia Izzo-
l 25 Aprile di 74 anni fa l’Italia venne liberata dalla dittatura fascista e dall’ occupazione nazista. Erano i tempi delle stragi, delle ritorsioni, delle rappresaglie, delle deportazioni: dieci civili italiani ammazzati per un tedesco morto. Terrore, orrore, ovunque. Il Comitato di Liberazione Nazionale, tra cui vi era anche Sandro Pertini, futuro Presidente della Repubblica Italiana, diede vita all’insurrezione in tutti i territori occupati dai Nazifascisti. Si cominciò da Milano; fu un urlo di guerra in nome della Libertà, perché il 25 Aprile simboleggia la lotta della Resistenza, delle forze partigiane tutte. E poi, Benito, il Duce, l’uomo delle adunate oceaniche a Piazza Venezia, dei sogni di gloria, delle braccia ai fianchi e dal ciglio sicuro accanto al folle dittatore tedesco di nome Adolf, ciondolerà a testa in giù con Clara Petacci in Piazzale Loreto a Milano.
Il 25 Aprile 1946 fu dichiarata festa nazionale per celebrare la totale liberazione del territorio italiano. Da allora, ogni 25 Aprile, l’Italia si ferma a riflettere. Né vinti, né vincitori in queste pagine della Storia nazionale e mondiale. Pagine di Storia difficili da scrivere e difficili da rileggere.
In tutta la Nazione si depongono corone d’alloro in onore ai Caduti . A Salerno, vari sono i luoghi simbolo della Resistenza. Abbiamo il Monumento ai Caduti in Piazza Vittorio Veneto, inaugurata da Vittorio Emanuele III nel 1923, statua che non presenta più, nella parte superiore, la Vittoria Alata, fusa per utilizzarne il prezioso metallo nella fabbricazione di munizioni. Perché la guerra è anche necessità di munizioni per uccidere quanti più nemici possibile. E’ qui la lapide del partigiano, Tenente Ugo Stanzione, sepolto nel Cimitero degli Eroi, a Brignano. Nato a Salerno nel 1921, come ricordano gli scritti dell’Istituto Galante Oliva, “si sottrasse alla cattura nella battaglia del Palazzo Ducale a Sassuolo e, impadronitosi delle armi rimaste nel deposito del Palazzo, diede vita con gli altri combattenti ai primi nuclei di ribelli. Stanzione si impose subito, soprattutto per la sua esperienza militare”. Infatti, ben conosceva gli orrori di Tito. Morì per mano di un bandito. “La sua morte fu un duro colpo per la formazione partigiana che, da quel momento , prese il nome di Distaccamento Stanzione. Morì in una povera casa che in quel periodo aveva funzione di infermeria, in località Case Catalini, a Civago, nell’alto Appennino Reggiano, e su uno dei muri, nel 1984, è stata posta una lapide che ricorda il sacrificio di Stanzione per la liberazione del Paese.”
Un’ altra corona di alloro viene deposta presso la Provincia di Salerno, innanzi alla lapide che ricorda le Medaglie d’oro della Resistenza. E ricordiamo poi nella Cappella degli Eroi del Cimitero a Brignano anche i partigiani Nicola Monaco e Giuseppe Dente, entrambi nati a Sacco e appartenenti alla Divisione Alpina. Impavidi affrontarono il plotone di esecuzione. “Dopo essere stato torturato, prima di immolarsi, la voce di Monaco, non tremò nel levare l’ultimo grido -Viva l’Italia- “.
“E’ importante preservare – spiega il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli – il valore di quel particolare periodo storico e ricordare il sacrifico di quanti – partigiani e non solo – si sono battuti per liberare l’Italia dal giogo fascista e da una guerra tremenda. Quel momento – di cui deve rimanere traccia viva in ognuno di noi – ha permesso alla nostra Italia di diventare quella che è oggi, democratica, libera e unita”.
Tutto ciò deve far riflettere, proprio oggi, giornata in cui cade anche l’anniversario della fondazione dell’Esercito Popolare della Corea del Nord, mentre Washington pianifica un attacco con armi chimiche e Pyongyang si è detta pronta ad affondare la portaerei inviata da Donald Trump, a presidiare l’area asiatica. Intanto, il terzo cittadino americano viene arrestato in Corea, dal regime. Tra follia e atti intimidatori cosa è cambiato nel terzo millennio?
Claudia Izzo
Il disegno, dedicato al 25 Aprile, è a cura dell’artista Nera D’Auto.
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