Storia di un popolo che seppe combattere per la LIBERTA’-di Claudia Izzo
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La data del 25 Aprile è diventata, dunque, la data della “Festa della Liberazione” e la decisione fu presa il 22 aprile del 1946, quando il governo italiano provvisorio – il primo guidato da Alcide De Gasperi e l’ultimo del Regno d’Italia – stabilì con un decreto che il 25 aprile dovesse essere “Festa nazionale”; la data fu fissata in modo definitivo più tardi, divenendo un giorno festivo, come le domeniche, il primo maggio, il giorno di Natale e la festa della Repubblica. La guerra in Italia, comunque, non finì il 25 aprile 1945 ma continuò ancora per qualche giorno, fino agli inizi di maggio.
Il 24 aprile 1945 gli alleati avevano superato il Po, e il 25 aprile i soldati tedeschi e della repubblica di Salò avevano cominciato la ritirata. A Milano, Sandro Pertini, futuro presidente della Repubblica, allora partigiano e membro del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), aveva annunciato alla radio “Milano Libera” uno sciopero generale.
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Il 25 aprile 1945 è stato celebrato non solo dall’Unità e da Il Popolo, giornali ufficiali del Partito Comunista e della Democrazia Cristiana, ma anche dal Corriere della Sera, che durante il ventennio fascista era stato vicino al regime ed 26 aprile il Corriere esce come testata Il Nuovo Corriere: direttore dell’edizione fu Mario Borsa, un giornalista antifascista a cui il CLN affidò temporaneamente la direzione del giornale.
Si era uniti verso una nuovo mondo da ricostruire
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