Al Verdi rose sul palco per il Requiem del maestro di Busseto.
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Maestro, coro e strumenti intensamente uniti nell'esecuzione- di Antonietta Doria-
Sullo sfondo il nutrito coro del Teatro San Carlo di Napoli, schierati avanti gli strumentisti; così è apparsa la scena del Massimo cittadino per il requiem di Giuseppe Verdi. All’ultimo minuto il soprano Rachel Willis Sorensen è stato sostituito da
Iano Tamar, che ha rivelato qualche ombra nell'intonazione, ma nell'insieme, con la bella voce del mezzosoprano russo
Olesya Petrova, con il bel timbro del tenore Antonio Poli, e con la corposità della voce del basso cinese
Liang Li si è reso giustizia alla Messa da Requiem, diretta da
Juraj Valčuha. L'orchestra ed il coro del Teatro San Carlo hanno ben convinto con il loro procedere.
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Verdi scrisse a Ricordi: «Io pure vorrei dimostrare quanto affetto e venerazione ho portato e porto a quel grande che non è più e che Milano ha tanto degnamente onorato. Vorrei mettere in musica una Messa da morto da eseguirsi l'anno venturo per l'anniversario della sua morte. La Messa avrebbe proporzioni piuttosto vaste, ed oltre ad una grande orchestra ed un grande coro, ci vorrebbero anche (ora non potrei precisarli) quattro o cinque cantanti principali».Manzoni e Verdi erano uniti da quel sogno chiamato unità d'Italia, condividendo entrambi i valori tipici del Risorgimento e creando un legame che ha visto dalla stessa parte due tra i più grandi protagonisti della storia e della cultura italiana. Il requiem, che Verdi offrì alla città di Milano, fu eseguito in occasione del primo anniversario della morte di Manzoni, il 22 maggio 1874, nella Chiesa di san Marco, a Milano, diretto dallo stesso Verdi; il successo fu enorme. Il manoscritto autografo è conservato presso il Museo Teatrale alla Scala di Milano.
Al Verdi di Salerno, rose sul palco per l'esecuzione e per l'intramontabile opera verdiana che continua a suscitare emozioni ed a commuovere.
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