Nata nel 1971 a Limerick, in Irlanda, entra a far parte dei Cranberries nel 1990 in sostituzione del cantante Niall Quinn. Nel 1993 incide con il gruppo un primo album, Everybody Else Is Doing It, So Why Can't We? che passa un po’ inosservato, anche se Dolores O'Riordan con la sua indiscussa abilità vocale si adatta perfettamente al sound e alle canzoni del gruppo, per nulla banali in quei tempi, suonando la chitarra acustica in modo elegante e raffinato. Il successo vero però arriva nel 1994 con il secondo disco, No Need to Argue, che contiene la super hit Zombie, premiata agli MTV Europe Music Awards l’anno dopo, 1995, come migliore canzone dell'anno. Sempre nel 1994 si sposa. Da questa unione nasceranno le sue tre figlie, ma divorzierà dopo venti anni di matrimonio. Dopo il terzo disco (To the Faithful Departed) e un periodo di pausa con tour interrotti per stress e per le precarie condizioni di salute di Dolores, nel 1999 esce Bury the Hatchet un disco ben diverso dai precedenti, meno rock e più pop, meno impegnato politicamente ma più semplice e soprattutto più adatto per tentare di recuperare un successo e una popolarità andati sempre più scemati nel tempo. L’album contiene le hit Animal Instinct, Promises e Just My Imagination. Nel 2003 e dopo un altro disco - Wake Up and Smell the Coffee - il gruppo interruppe la propria attività. Nel 2009 Dolores annuncia il suo rientro nella band con un Retourn Tour. Nel 2011 esce l’album Roses e nel 2017 pubblicano l’ultimo disco, Something Else, che vede Dolores O'Riordan ancora voce e chitarra del gruppo. Questa è la storia di Dolores con il gruppo che le ha dato la maggiore popolarità di pubblico. Ma lei era una irrequieta, un’artista che aveva bisogno di sperimentare, di gustare altre ricette musicali e per questo durante la sua pausa dai Cranberries ha realizzato due album da solista (Are You Listening? e No Baggage) e ha avuto modo di concretizzare una serie di collaborazioni tra i quali i nostri Zucchero e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro che in un post sulla pagina Facewbook del la ricorda così: “… Avrei dovuto essere meno rispettoso delle distanze, come se non fossero mai esistite, invece ti ho trattato come una leggenda, perché questo sei per quelli come noi e per il mondo intero, per la generazione di “zombie” che hai lasciato orfana della voce più rivoluzionaria degli ultimi quarant’anni….”
Nicola Olivieri
Nessun commento:
Posta un commento