Quest’anno la festa del Santo Patrono ha avuto una sua dignitosa processione senza colpi di scena irriverenti verso i Santi e verso la comunità tutta, come invece si è avuto in passato. La città ha partecipato all’evento tanto atteso facendo registrare migliaia di presenze, come non accadeva da tempo. Eppure è stata la processione delle assenze e delle presenze-assenze. Salerno ha ricevuto gli auguri per la Festa del Santo patrono dall'ex Premier Matteo Renzi, nel giorno del suo onomastico, in un post a mezzo Facebook; ha visto la fascia tricolore indossata dal vice sindaco Eva Avossa, dato il forfait del sindaco Vincenzo Napoli; ha visto l’assenza di 19 consiglieri comunali su 26 e di assessori, nonostante la benedizione deluchiana ad assessori e consiglieri per la partecipazione alla processione.
Tanti assenti giustificati, giustificabili o meno, all’indomani della cena deluchiana con i “paranzieri” ma, al di là di tutto questo, la Festa è stata tale perché Salerno si è stretta, metaforicamente, in un abbraccio di fede con i veri protagonisti dell’evento: San Matteo, i santi Martiri, San Gregorio VII e San Giuseppe che aprono la Sua processione.
Altra novità di quest’anno: la telecamera posta sulla vela del Santo Patrono. Ulteriore spettacolarizzazione dell’ evento? Se gli altoparlanti in passato non erano ammessi alla processione, con sdegno dell'arcivescovo Moretti e dei fedeli, quest'anno si può gridare al miracolo.
Quello che comunque Salerno ha offerto è l’affresco di una città di mare unita almeno nella fede del Suo Santo. Toccante l’accoglienza rivolta al busto di quest’ultimo nella Salerno vecchia, dove, lasciando via Roma, è stato fagocitato tra fuochi d’artificio, coriandoli e palloncini.
Poi è stata la volta dell’arrivo in via Duomo dove Don Michele Pecoraro ha unito i fedeli in una preghiera corale al Padre. Qui ha dato la sua visione della corsa che i portatori fanno, in finale, sulle scale del Duomo.
Come dunque a mare i pescatori scendono dall’imbarcazione detta “paranza” per accompagnarla sulla riva e metterla al sicuro con un ultimo sforzo, misto di coraggio e determinazione, così i “paranzieri”, nell’ultimo tratto del tragitto, uniscono la loro forza alla fede per “riportare a casa le statue dei santi navigando nel mare dell’esistenza, con la forza dell’amore che dà sollievo alla fatica”.
Conclusasi la Santa Processione, anche con la premiazione di due storici “paranzieri”, è stato il momento della celebrazione della santa Messa nella Cripta gremita di fedeli. Accanto alle reliquie del Santo tanti ceri rossi a ricordare l’amore universale. Intanto, fuori, si attendevano i fuochi d’artificio a sancire, di nuovo, secondo tradizione, la fine della Festa.
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